Risultati sondaggio uguaglianza

Analisi del sondaggio sulla parità dei sessi nel settore ICT

Quali sono gli argomenti che stanno a cuore oggi alle donne che lavorano? Le richieste delle dipendenti nel settore ICT sono diverse da quelle delle altre donne? Ci sono ancora cose da cambiare, o è già stato raggiunto tutto? Noi lo volevamo sapere, e per questo abbiamo eseguito un sondaggio tra le donne e gli uomini del settore ICT.

Le domande e le risposte

Conciliabilità tra famiglia e lavoro

Per la grande parte degli intervistati (36,09%) questa affermazione corrisponde in toto alla propria situazione. Solo l’8,27% trova che sia facile conciliare lavoro e famiglia. È stata notata una piccola differenza tra le risposte degli uomini (meno) e quelle delle donne (più).

La maggior parte dei dipendenti ha valutato buone le misure della propria azienda a favore di una migliore conciliabilità tra lavoro e famiglia. Questo risultato ci fa molto piacere; perché dimostra che le misure ottenute nell’ambito del partenariato sociale stanno facendo effetto. Come misure sono state elencate la possibilità di percepire del congedo non retribuito, degli orari di lavoro flessibili e l’opzione di lavorare da casa. Il 23,3% reputa le misure della propria azienda come insufficienti. Per capire meglio, in questi casi andrebbe approfondito di che aziende si tratta e quali misure già esistono. Per esempio si potrebbe richiedere anche l’introduzione di asili nido aziendali.

Lavoro a tempo parziale

Analogamente alla media svizzera, anche il sondaggio condotto nel settore ICT rivela una differenza tra le percentuali lavorative delle donne e degli uomini. Il 50% delle donne intervistate lavora part-time, mentre tra gli uomini sono solo un terzo.

Questo viene confermato anche quando si chiede come lavora il/la proprio/a partner delle persone intervistate. Anche qui i partner delle donne lavorano meno part-time rispetto alle partner degli uomini.

Il lavoro part-time può andare di pari passo con effetti negativi come una flessibilità involontaria, salari più bassi, pessime chance di fare carriera e minori diritti presso le assicurazioni sociali (incl. rendite). Per questo volevamo sapere dai partecipanti al sondaggio se percepiscono effetti di questo tipo e se ne soffrono. Le risposte hanno fatto emergere che questi effetti vengono sentiti come molto opprimenti. Lo stress maggiore deriva dalle minori rendite. Poi si soffre per le minori opportunità di fare carriera, per gli stipendi più bassi e per i minori diritti delle assicurazioni sociali.

Riduzione dell’orario di lavoro

Alla domanda su un’eventuale riduzione della durata del lavoro a parità di salario, il 62% ritiene che la proposta sia sensata. Anche per syndicom questo è uno mezzo sensato per ridurre le disparità dovute a carichi di lavoro più bassi. Altre misure spesso non risolvono il problema. Uno studio tedesco dimostra che ad esempio l’home office può portare a un sovraccarico. Studio tedesco

 

Una riduzione della durata del lavoro viene non solo considerata sensata dagli intervistati in relazione alla parità dei sessi, ma gode di un’ampia approvazione generale. Quasi tre quarti delle persone intervistate approverebbe una riduzione della durata del lavoro con salario invariato.

Donne in posizioni dirigenziali e decisionali

Il termine «soffitto di cristallo» è una metafora che sta a indicare la barriera invisibile che impedisce agli appartenenti a un determinato gruppo della popolazione di accedere a posizioni dirigenziali. Anche il settore ICT, secondo il nostro sondaggio, non è esente da questo effetto. Il 55,81% degli intervistati percepisce anche nella propria azienda l’effetto del soffitto di cristallo, la maggioranza dei quali lo considera un fattore di disturbo.

Il soffitto di cristallo si evince anche da chi è già stato proposto per una posizione dirigenziale. Tra gli intervistati gli uomini sono stati più frequentemente presi in considerazione rispetto alle donne.

Anche se le professioni non hanno sesso, il mondo del lavoro resta segregato. Le professioni femminili sono spesso meno riconosciute oppure meno retribuite. Nel settore ICT la percentuale di donne corrisponde a circa il 23%. Si può pertanto parlare di un cosiddetto settore maschile. Anche questo può ripercuotersi negativamente sulla collaborazione di uomini e donne. Pertanto anche il 68% delle persone intervistate risponde che per le donne nei settori maschili è difficile farsi sentire.

Parità salariale

Particolarmente evidente è il risultato della domanda sul Gender-Pay-Gap, ovvero sulla disparità salariale tra uomini e donne. La più recente Rilevazione della struttura dei salari dell’Ufficio federale di statistica mostra che le donne guadagnano mediamente circa il 20% in meno degli uomini. Questo fatto è percepito come fastidioso dall’82% degli intervistati, mentre il 65% lo considera addirittura molto fastidioso.

Anche alla domanda sulla disparità salariale nella propria azienda la tendenza che emerge è chiara. Quasi l’82% degli intervistati non vede ancora raggiunta la parità salariale nella propria azienda. In questo caso si potrebbe rimediare con misure volte alla trasparenza e misure adeguate in caso di disparità. Approfondiremo la questione insieme ai nostri partner sociali.

Rispetto

Un risultato inquietante si delinea alla domanda relativa alle molestie sessuali sul posto di lavoro. Oltre il 45% riferisce di aver già vissuto delle molestie sessuali o di esserne stato testimone. Nel caso delle donne la percentuale sale addirittura a quasi il 60%. Questo dimostra chiaramente che un organo di mediazione da solo spesso non basta. Servono formazioni interne sul tema delle molestie sessuali nonché workshop per formare e sensibilizzare adeguatamente i teamleader e il personale.

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